3 paure che stanno cambiando il turismo

Turismo

3 paure che stanno cambiando il turismo

Michele Santoro

Tempo di lettura: 5 min
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3 paure che stanno cambiando il turismo

Michele Santoro

Tempo di lettura: 5 min

Cosa succederà al turismo nel 2021 e negli anni a seguire? C’è un’emozione che diventa motivazione di viaggio e sta dando forma a nuovi trend nel turismo internazionale, la paura.

Nei primi minuti di vita, per testare che il sistema nervoso sia sano, ai bambini viene fatta percepire una piccola caduta. Se aprono le braccia hanno superato il test del “riflesso di Moro”, il primo segnale di paura manifesta.
Durante la crescita le paure influenzano gran parte delle scelte, delle abitudini e dei comportamenti: se non tocchiamo il fuoco, se ci aggrappiamo a una ringhiera, se cerchiamo rifugio nelle nostre case e con i nostri cari è grazie alla paura.

“La paura è un fantastico motivatore”

Nel report MegaTrends 2025 di Skift troviamo questa frase, che mi ha colpito particolarmente e che spiega alla perfezione la maggior parte dei cambiamenti che influenzeranno il turismo dal 2021 in avanti. Ma quali sono queste paure?

1. Paura sanitaria

Dall’inizio della pandemia abbiamo sperimentato una nuova, inaspettata e disarmante paura: quella di contrarre un virus sconosciuto e pericoloso. Il nostro stile di vita è stato stravolto totalmente, comprese le abitudini di viaggio.
Quanto tempo ci vorrà prima di tornare a sederci su una panchina, a condividere un drink, ad abbracciare un amico? Se momenti così banali sono ora totalmente rivalutati, figuriamoci pensare di viaggiare liberamente.

Al di là delle limitazioni internazionali, è la nostra tranquillità ad essere compromessa. Per preservare la salute, nostra e altrui viaggiamo di meno, in posti diversi e con inedite accortezze.
Secondo Skift queste non sono semplici accortezze che dimenticheremo alla fine di questo momento, ma attitudini che si stanno radicando e che influenzeranno per sempre il nostro modo di pensare alle vacanze.

2. Paura economica

Nel 2020 più di 400.000 persone hanno perso il posto di lavoro, in Italia. Le restrizioni, le chiusure delle attività commerciali e la propensione a fare shopping online in alternativa agli acquisti nei negozi fisici, hanno accentuato una paura che ci accompagna ormai da anni: quella di non avere più un lavoro.

I lavoratori dipendenti hanno assistito a riduzioni di organico, licenziamenti e contratti non rinnovati. Gli imprenditori hanno dovuto reinventare o chiudere la loro attività.
Questo ha portato a rivalutare la ripartizione delle spese personali, e tra i bisogni ritenuti “meno primari” c’è il viaggio. Le persone viaggiano di meno e quando lo fanno spesso prediligono destinazioni diverse, più economiche e in cui poter spendere aiutando.
In un sondaggio di Booking.com il 60% degli intervistati ha dichiarato che avrebbe scelto itinerari in cui le spese avrebbero avuto un impatto positivo sulle persone e le economie locali.

3. Paura ambientale

L’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali che abbiamo messo in atto è ormai diventato difficile da sradicare. Imprese e cittadini stanno facendo importanti ma ancora insufficienti passi verso la piena sostenibilità.

Il pianeta di cui abbiamo goduto per millenni non arriverà integro alle generazioni future. Ma quelle “generazioni future” sono sempre più vicine, anzi alcune sono generazioni presenti. Ora che il pericolo si avvicina ed è sempre più visibile, la paura sta crescendo e quei timidi passi si fanno strada in un numero sempre più grande di aspetti della vita quotidiana, viaggi compresi.

Trend nel turismo del 2021

E se la paura è un fantastico motivatore, sembra proprio che di paure in questo momento storico ce ne siano fin troppe. E anche se possono sembrare molto diverse tra loro, c’è un valore umano che le unisce tutte e che vedremo tra poco.
Si fa un gran parlare di trend nel turismo del 2021 e alla luce dei nuovi sentimenti dei viaggiatori, dalla ricerca di Skift emergono 5 parole chiave che ci porteremo avanti per molto.

1. Staycation

la vacanza non è quella a più di 100 km dalla nostra residenza, può essere a un isolato da noi. È sempre più diffusa la tendenza a prendersi qualche giorno di pausa in hotel, sì, ma nella città in cui si vive. Un modo per godersela come non si fa nella vita quotidiana, per una vacanza rigenerante e allo stesso tempo sicura.

2. Proximity

e se le vacanze “in casa” sono ancora di nicchia, quelle in destinazioni vicine sono ormai sdoganate. Il turismo di prossimità è il mega megatrend di questi anni e sembra destinato a durare. Si scelgono vacanze vicine per paura del virus prima di tutto, ma anche di situazioni politiche instabili, di pericoli naturali e per un senso di comunità e solidarietà sempre più forte.

3. Safety

abbiamo già parlato di sicurezza, ma spostarsi di poco non è l’unica soluzione per scegliere destinazioni sicure. Luoghi covid-free, corridoi internazionali di viaggio, assicurazioni e passaporto vaccinale, misure di sicurezza negli hotel, informazioni e strategie per destinazioni sicure, sono diventate la conditio sine qua non per chi programma una vacanza.

4. Workation

la digitalizzazione del lavoro ha subito una fortissima impennata e considerato che alcuni studi hanno dimostrato che la produttività in smart working migliora, lavorare a distanza e in città diverse potrebbe diventare un trend duraturo. Gli smart worker, per loro natura, viaggiano molto e il limite tra dovere e piacere, tra work e vacation, si sta assottigliando.

5. Choice

le paure hanno svegliato le persone, che hanno ora nuove consapevolezze. Catena di hotel o affitto breve? Capitale europea o Paese in via di sviluppo? Viaggio in aereo o in treno? I turisti scelgono come e dove spendere i propri soldi con più consapevolezza, valutando l’impatto di ogni scelta di viaggio sulle economie locali e sul pianeta.

Un nuovo modo di intendere la sostenibilità

Ed eccoci arrivati al valore umano che unisce la paura sanitaria, quella economica e quella ambientale. Per paura viviamo in modo più sostenibile.
Vivere e viaggiare in modo sostenibile vuol dire scegliere di risparmiare soldi, di investire nell’economia locale, di salvaguardare la salute e il benessere dei nostri cari e della società, di muoversi, acquistare e agire in modo da minimizzare il nostro impatto sul pianeta.
E allora se la paura è un motivatore fantastico, la sostenibilità potrebbe essere il modo per allontanare le nostre paure.

 

Fonti:

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Michele, Project Manager, Copywriter & Strategist di Happy Minds, è specializzato nella gestione di progetti di marketing in particolare per il turismo e le destinazioni, e nello studio di verbal identity e strategie di content marketing.

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