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Sardinian Retreat: 9 pensieri sul nostro primo viaggio

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Sardinian Retreat: 9 pensieri sul nostro primo viaggio

Redazione HappyMinds

Tempo di lettura: 7 min
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Sardinian Retreat: 9 pensieri sul nostro primo viaggio

Redazione HappyMinds

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7 giugno 2021. O giù di lì. Insomma, qualcuno un giorno prima e qualcun’altro un giorno dopo, ciò che conta è che tutte le menti felici si sono ri-congiunte ad Alghero, nella meravigliosa Sardegna, per un settimana di retreat aziendale.
Cosa hanno fatto? Cosa ha significato tornare a viaggiare? Come è stata la convivenza? Ce lo raccontano direttamente loro. Buona lettura e buon viaggio!

Cecilia

Appena arrivata ho stretto la mano a Silvia e ci siamo presentate. Lavoriamo insieme da Luglio 2020 e ancora non ci eravamo mai strette la mano… sembra banale ma è stato il primo momento di vera normalità di questo retreat. Quelle stesse persone con cui ho condiviso i momenti più complessi, le paure, la voglia di riprenderci gli spazi, gli abbracci e la progettazione del futuro del nostro lavoro, stavano vivendo con me anche il primo momento di comunità, spazio condiviso e vicinanza fisica da marzo 2020. Un viaggio iniziato con le mail da chiudere prima di imbarcarsi, continuato con lunghe discussioni su progetti, futuro, team e finito con più consapevolezza obiettivi e sicuramente più mirto in corpo.

Cosa mi resta di questa settimana? Il chiaro Purpose dei prossimi mesi. Non non lo leggerete qui, ma nei progetti che condivideremo giorno per giorno!

retreat aziendale - ceciia pedroni happy minds porto ferro sardegna

 

Silvia

Nelle settimane che precedevano questa esperienza in molti hanno tentato di farmi desistere dal partire per il retreat in Sardegna.
In pochi capivano la finalità del progetto, l’occasione preziosissima che ci era stata fornita. Ma a noi era chiarissimo il bisogno che ognuno aveva di trascorrere insieme attimi di serenità, di condividere spazi comuni, di abbracci e di poter conoscere approfonditamente se stesso e il team.
Dopo pochissimi attimi, consapevoli di essere finalmente tutti tamponati negativi, ci siamo all’unisono ripresi quella parte di ormai lontana normalità.
“Caspita è vero la mascherina” presumo sia stata la frase che ho pensato più spesso nella settimana di retreat in Sardegna.

retreat aziendale - silvia capelli happy minds porto ferro sardegna

Valentina

retreat aziendale - valentina baccarini happy minds alghero sardegna

Quando ho saputo che avremmo svolto un retreat aziendale nella magnifica Sardegna, sono rimasta piacevolmente sorpresa. Ho iniziato a lavorare per Happy Minds in piena pandemia; per mesi ho giocato a immaginarmi il profilo dei miei colleghi cercando di intuirne i lineamenti attraverso una mascherina colorata. L’idea quindi di trascorrere un po’ di tempo con tutti loro, respirando aria di normalità, non poteva che entusiasmarmi. L’emozione era talmente forte che ha rischiato di farmi lasciare a casa tutti i documenti per il viaggio; sarebbe stato il perfetto colmo per un’assistente amministrativa, non credete?
Tra un calice di vino, un tuffo nel mare celeste e lunghe conversazioni sul nostro futuro aziendale, i giorni sono trascorsi rapidamente, come tradizione vuole quando ci si sente bene e a proprio agio. Ho finalmente scoperto chi si celava dietro a quei dispositivi di protezione detti “mascherine”, e ho riassaporato (dopo davvero troppo tempo) cosa significa lavoro di squadra senza distanziamento.
Sono tornata a casa con la convinzione che l’unione fa sì la forza, ma se l’unione è anche reale allora diventa magia.

Francesco

retreat aziendale - francesco cusimano happy minds sardegna

Di solito parto dalla Sicilia una volta al mese per andare a trovare tutto il team e lavorare in azienda, almeno era così fino a un anno fa, quando l’emergenza sanitaria ha reso il mio appuntamento mensile con il team più complicato. Per 15 mesi ho lavorato sempre a distanza, finché Lidia ci ha proposto il retreat in Sardegna. Sensazioni? Terrore, panico, ipocondria alternata da una voglia infinita di riprendere l’aereo, di guardare tutto dall’alto, di atterrare e guardare con i miei occhi il team che non vedevo da più di un anno e i nuovi componenti che non avevo mai visto se non su Google Meet. È straordinario quanto ci abituiamo ai cambiamenti e quanto la grafica possa aiutarci a farlo (segnaletica, video, illustrazioni), ma la cosa veramente unica è abbracciare per un secondo tutti, senza terrore, in particolare i componenti del team che non avevo mai avuto la possibilità di conoscere di persona ma con cui ho lavorato per un anno intero in sinergia e sintonia a km di distanza. E poi tornare a progettare insieme, giorno e notte, in compagnia di tanto buon mirto. Adesso torniamo alla vita di tutti i giorni, indossiamo la mascherina coprendo naso e bocca, laviamo spesso le mani e sediamo alle nostre postazioni mantenendo il metro di distanza così da ritornare il prima possibile a progettare tutti insieme. Prepariamoci a sostituire le segnaletiche, grafiche informative, video e illustrazioni che ci hanno istruito per più di un anno con nuove proposte e progettazioni grafiche che ci guidano alla scoperta di un territorio… con il sorriso in volto e la possibilità di farlo vedere.

John

Ho cominciato da poco a lavorare per Happy Minds e non sapevo quale importanza potesse avere un retreat. Pensate alla reazione di parenti e amici quando ho annunciato l’evento e la destinazione: un misto tra felicità e preoccupazione.
Il retreat mi ha fatto capire e confermare che oltre alle scrivanie, le call su Google Meet e le mascherine, prima di tutto ci sono delle persone, ognuna con le proprie peculiarità.
È stata un’esperienza breve ma intensa, dove abbiamo parlato di progetti, ci siamo confrontati, conosciuti al di fuori di uno schermo, bevuto qualche bicchiere di mirto e mangiato piatti colmi di fregola, cozze e bottarga: un piccolo assaggio della vecchia amata normalità.

retreat aziendale - john galzote happy minds sardegna

Laura

“Signori e Signore benvenuti su questo volo FR 9982 diretto ad Alghero”. Erano due anni che aspettavo di sentire di nuovo questo annuncio, due anni che bramavo di tornare a viaggiare e la cosa più bella è stato condividere queste sensazioni con le persone con le quali ho condiviso gran parte delle mie giornate.

Non c’è stato bisogno di convincerci o di ripeterlo due volte, quando Lidia ha proposto di trasformare il nostro retreat annuale di una giornata in una settimana di condivisione, lavoro e progettazione in Sardegna abbiamo detto sì immediatamente.
E così, tutti tamponati e negativi, siamo partiti per questa avventura fatta di lavoro a orari improbabili, nuove idee, nuove strategie e progetti ma anche calici di vino, tazzine di mirto con pantoni particolari, aperitivi al tramonto, risate e felicità.

E in tutto questo, la cosa più bella è stata riappropriarci di quella vicinanza fisica che ci è stata negata per più di un anno, riappropriarci degli abbracci, dei sorrisi che sono stati nascosti troppo tempo dietro una mascherina e la gioia di rivedere persone che per 12 mesi abbiamo visto solo attraverso uno schermo. E da tutto questo traiamo nuova energia e nuova linfa per rimetterci a lavoro sulle nostre destinazioni del cuore, perchè un team felice e in sinergia crea progetti sempre felici e spettacolari.

retreat aziendale - laura spanu happy minds alghero sardegna

Elisabetta

retreat aziendale - elisabetta coffari happy minds sardegna

 

Tanto forte è stata l’emozione quando ci è stato proposto il retreat in Sardegna che stranamente, proprio io, ho perso le parole. Infatti Silvia, qualche ora dopo, mi chiede: “allora sei contenta di venire in Sardegna?” Caspita, assolutamente sì!
Con la sua domanda mi sono accorta che stavo cercando di dare un senso alle mille idee e pensieri nella mia testa.

La prima cosa che ho pensato, infatti, è stata che non avevo mai visitato prima la Sardegna e che era uno dei viaggi nella mia bucket list. L’emozione di poter mettere il check sulla mia lista con un viaggio insieme ai miei nuovi colleghi mi ha esaltata, facendomi assaporare finalmente una ‘normalità’ talmente dimenticata che è diventata eccezionalità.
La seconda cosa che ho pensato invece è stata: da quanto tempo non prendo un aereo? Non riuscivo a ricordarmi più quando fosse stata l’ultima volta. Perché la pandemia ha messo in pausa le nostre vite e le ha completamente stravolte. Il desiderio di tornare a viaggiare però era talmente forte da vincere ogni paura.
L’occasione di lavorare per Happy Minds è stata per me un nuovo inizio, e giorno dopo giorno in questi mesi è sempre una nuova piacevole scoperta.
Cos’ho messo in valigia al ritorno da Alghero? La sensazione meravigliosa del poter finalmente stare a stretto contatto in uno spazio quotidiano condiviso, dimenticandoci di dover mettere la mascherina e di doverci allontanare di un metro, condividendo dai momenti spensierati in riva al mare o al tramonto, alla routine davanti al pc o alle riunioni per un intenso lavoro di progettazione, che guarda al futuro.
È davvero bello essere una mente felice!

Michele

Ogni anno le menti felici si siedono attorno a una tavola imbandita per progettare il futuro. Molto di quello che facciamo lo dobbiamo a quell’unica giornata all’anno in cui chiudiamo i portatili, silenziamo i telefoni, mettiamo via agende o, nel mio caso, enormi planner settimanali e chiacchieriamo di idee e sogni con un calice di vino in mano.
Quest’anno quella giornata è diventata una settimana: sarà perché diciamo da sempre che sarebbe bello fare una vacanza tutti insieme, sarà perché ognuno di noi viene da una regione diversa, sarà perché il bisogno di viaggiare ora è diventato ancora più primario.
Tamponi, aerei, valigie, spiagge, riunioni, cibo, vino e mirto: i miei colleghi hanno spiegato alla perfezione quanto tutto quello che abbiamo vissuto sia stato importante per il nostro benessere individuale e per quello del team (soprattutto il mirto, la keyword più frequente in questo articolo). Ma la cosa che più mi ha stupito è stata la possibilità di ritrovarci tutti in un contesto del tutto nuovo, al confine tra lavoro e vita privata, e notare che sappiamo essere uniti, creativi, spontanei, suscettibili, spensierati, produttivi e incredibilmente pieni di sorprese in ufficio, muniti di mascherine a debita distanza, così come spiaggiati sotto il sole cocente di una spiaggia in Sardegna.
E ora, se fino al 2020 una sola giornata ci ha permesso di ideare i progetti che ci hanno fatto amare Happy Minds, dopo una settimana di retreat cosa tireremo fuori?

retreat aziendale - michele santoro happy minds alghero sardegna

Lidia

Il retreat di Happy Minds in Sardegna è stato utile, rilevante, produttivo e divertente. Ma non è stata una scelta dettata da sentimentalismi o generosità. Non ha nulla a che fare con il linguaggio tradizionale dei benefit o degli incentivi. È stata invece una decisione basata sulla nostra cultura d’impresa.

Per noi il lavoro non è solo impegno, dedizione, sacrificio, obiettivi, risultati e performance ma è anche e soprattutto creatività, sperimentazione, condivisione, coraggio. Il lavoro in Happy Minds è multidimensionale: è lo spazio, il tempo e il modo in cui esprimiamo il nostro talento, sperimentiamo i nostri limiti, impariamo e insegniamo gli uni con gli altri, sbagliamo, correggiamo i nostri errori, esprimiamo le nostre emozioni senza giudicare e senza essere giudicati. O almeno ci impegniamo perché ogni giorno sia così. E per farlo non importa se siamo in un ufficio a Ravenna o in una casa al mare. Sappiamo che le idee più intelligenti possono arrivare a colazione oppure alle 3 del mattino dopo diverse bottiglie di buon vino. Il segreto? Ricordarsi che ovunque ci troviamo siamo una super azienda e non una semplice famiglia 😊

retreat aziendale - lidia marongiu happy minds porto ferro sardegna

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Beh, chi pensavate che fosse la redazione? Buste paga, scrittura degli articoli, lavaggio dei piatti in pausa pranzo: penso a tutto io. Sono il vero boss di Happy Minds!

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