Viaggiatore sorridente sovrapposto a un paesaggio naturale al tramonto, immagine preview dell’articolo Travel Trends 2026.

Travel Trends 2026: 10 tendenze e 10 viaggi da fare ora

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Travel Trends 2026: 10 tendenze e 10 viaggi da fare ora

Michele Santoro

Tempo di lettura: 6 min

Ogni anno arrivano nuovi studi sul futuro dei viaggi, ma il 2026 ha qualcosa di diverso: vuoi scoprire i Travel Trends del 2026? Quest’anno le previsioni dei grandi player, da Booking a Skyscanner passando per Expedia, raccontano un cambiamento più profondo del solito, in particolare per quanto riguarda i comportamenti e il valore del viaggio. Il 50% delle persone, infatti, considera il viaggio più importante rispetto a cinque anni fa e, nonostante il carovita, molti sono pronti a spendere di più pur di vivere esperienze di valore.

C’è però un elemento che fa da bussola a quasi tutti i report: la reazione all’overtourism. Il 34% dei viaggiatori cerca mete più tranquille, il 31% preferisce le stagioni intermedie e il 32% dichiara che il sovraffollamento ha peggiorato la propria esperienza. È la lente che, in modi diversi, influenza trend, desideri e scelte del 2026.

Per capire cosa significa davvero, abbiamo analizzato e messo a confronto tutti i principali report pubblicati nelle ultime settimane. Quest’anno abbiamo fatto anche un passo in più: dal confronto tra i trend per addetti ai lavori con quelli pensati per i viaggiatori, abbiamo scelto per ciascun tema una destinazione o un’esperienza da vivere tratta da Lonely Planet’s Best in Travel.

Il risultato è una lettura trasversale del 2026: 10 trend chiave e 10 ispirazioni dal mondo che mostrano come questi cambiamenti stiano già prendendo forma sul campo. E, tra le righe, emerge un filo comune che non avevamo mai visto così nitido: il vero Megatrend 2026, che mette al centro la persona prima della destinazione.

E se prima vuoi fare un recap del 2025, leggi “Travel Trends 2025: 10 tendenze da seguire, 30 destinazioni da imitare”.

1. Generational Travel

Family hotel? Baby pit-stop? Animazione in spiaggia? Nel 2026 le vacanze in famiglia saranno protagoniste, ma in modo diverso rispetto al passato. Le ricerche su Skyscanner con il filtro “famiglia” sono cresciute del 66% negli ultimi due anni e le conversazioni su Reddit dedicate ai family trip segnano un +387%.

Ma i dati più interessanti raccontano un altro aspetto:

  • il 33% della Gen Z ha viaggiato con genitori e nonni negli ultimi due anni
  • il 42% degli adulti viaggia in famiglia per creare ricordi
  • il 73% di chi partirà con figli o nipoti nel 2026 li coinvolgerà direttamente nella pianificazione

Questi segnali mostrano un passaggio netto: le vacanze “allargate” non servono più a “parcheggiare” i bambini e riposarsi, ma diventano un modo di viaggiare partecipato, in cui ogni generazione influenza le scelte del gruppo. I più giovani propongono nuove attività, i genitori cercano equilibrio, i nonni aggiungono memoria. Il risultato è un viaggio collettivo che spinge tutti un po’ fuori dalla propria comfort zone.

Tra le destinazioni segnalate da Lonely Planet per il 2026, la Wairarapa, in Nuova Zelanda, interpreta bene questa idea con un’esperienza semplice e universale: guardare il cielo insieme. Un modello accessibile e replicabile in territori naturali che vogliono costruire prodotti emozionali capaci di parlare a più generazioni.

2. Quiet Escapes

Sssssshhh… Nel 2026 il viaggio abbassa il volume: meno frenesia, più spazio mentale e soprattutto più silenzio. Sempre più persone cercano luoghi dove si possa respirare, ascoltare, rallentare. Il bisogno di “staccare” cresce e diventa uno dei motori principali delle scelte di viaggio del prossimo anno.

Le ricerche mostrano un trend chiaro: il 56% andrà in vacanza per “riposo e ricarica”, il 43% immagina una fuga nella natura, tra boschi, acqua e luce, 1 viaggiatore su 4 sceglierà hobby più “quiet”, come birdwatching, foraging o pesca.

Questi segnali indicano un cambiamento profondo. La quiete non è più un dettaglio, ma un criterio di scelta. La risposta all’overtourism non si limita a evitare i periodi di punta o le destinazioni più affollate: si sta spostando verso luoghi in cui il silenzio diventa una risorsa, quasi un prodotto. Si cercano territori capaci di garantire tempo, spazio e un ritmo più umano, dove la vacanza non riempie ma libera.

Tra le destinazioni must-visit per il 2026, la Great Bathing Trail in Australia interpreta al meglio il bisogno di quiete: un itinerario di terme, bagni caldi e paesaggi che trasforma la lentezza in esperienza. Qui la quiete è il prodotto, non un contorno, e la struttura dell’itinerario offre un modello replicabile per territori che vogliono rafforzare un posizionamento “quiet”.

3. Beauty Travel

Specchi, skincare e carte d’imbarco. Nel 2026 il viaggio diventa anche un momento per prendersi cura di sé, rinnovarsi, cambiare look. Il 65% dei viaggiatori italiani è interessato a esperienze beauty in vacanza e, a livello globale, le ricerche di hair treatments abroad sono cresciute del 143%. Per molti, il viaggio è ormai una reset routine: il 24% vuole tornare a casa “più bello” o con un’immagine rinnovata.

Spa dermatologiche, rituali botanici, hair spa passano da servizi accessori a cuore dell’esperienza. Proprio come è successo per fenomeni come la “skincare routine”, il beauty travel non sarà più una nicchia ma un vero settore di viaggio.

Un esempio da vivere sulla propria pelle? Il soggiorno in un ryokan con onsen in Giappone. Qui la bellezza è un vero rituale per un reboot estetico e mentale, un modo di sentire il territorio attraverso i suoi minerali, i suoi ritmi, i suoi gesti. Un modello che non si replica copiando l’onsen, ma reinterpretando la logica: natura, cura e ritualità come parte centrale dell’esperienza.

Persona immersa in una vasca termale durante un rituale di benessere, rappresentazione del travel trend 2026 dedicato al beauty e wellness travel.

4. Turismo culinario

Il turismo enogastronomico in Italia ha generato un valore superiore ai 9 miliardi di euro nei primi mesi del 2025. State pensando a degustazione di prodotti tipici e wine tasting? Nei prossimi anni questo concetto sarà sempre più ampio.

Il 59% dei viaggiatori italiani, infatti, quando è all’estero entra sempre o spesso nei supermercati locali. Perché?

  • È uno dei modi migliori per conoscere la cultura e i sapori locali
  • È un ottimo modo per risparmiare
  • Dà un senso di routine

Il viaggio del gusto si sposta quindi dai ristoranti ai luoghi della vita quotidiana: scaffali, mercati, street food, piccoli produttori, cucine di casa. Il turismo enogastronomico sarà quindi più pop, più spontaneo, più accessibile.

La food destination da non perdere secondo Lonely Planet? Old Dubai. Nei vicoli lungo il Creek, tra souk, case restaurate e piccole cucine di quartiere, il cibo diventa un viaggio culturale più che gastronomico. Le influenze persiane, indiane e dell’Africa orientale convivono negli stessi piatti e un semplice food tour racconta meglio di qualsiasi guida la storia, i ritmi e le comunità della città.

Tè servito in bicchieri tradizionali durante un’esperienza gastronomica locale, rappresentazione del travel trend 2026 dedicato al turismo culinario.

5. High & Slow Nature

Sempre più persone cercano luoghi dove l’aria è più fresca, il rumore si attenua e il paesaggio invita a rallentare. Il 78% dei viaggiatori, infatti, sta valutando una vacanza in montagna nel 2026 e le prenotazioni con filtro “camere vista montagna” segnano un aumento del 103% su base annua.

Allo stesso tempo crescono i soggiorni rurali. L’interesse verso l’esperienza “farm stay” raggiunge l’84% dei viaggiatori, con un boom tra Gen Z, e le recensioni che menzionano le fattorie sono aumentate del 300% nell’ultimo anno. Il viaggio torna a toccare la terra: aziende agricole, colline, piccoli borghi diventano mete in cui respirare e rallentare.

Voglia di trarre ispirazione ad alta quota? L’Ikara–Flinders Ranges National Park, in Australia, interpreta perfettamente questa idea. Un paesaggio ancestrale, lunare, modellato dalle storie degli Adnyamathanha, dove sentieri, gole e pitture rupestri scandiscono il tempo in modo diverso. E poco più a nord, lArkaroola Wilderness Sanctuary amplia questa dimensione slow con un’offerta immersiva che va dai campi tenda ai lodge, fino alle esperienze sotto le stelle nei suoi cieli certificati Dark Sky.

Paesaggio naturale del Parco Nazionale Ikara-Flinders Ranges, esempio di viaggio slow e immersione nella natura tra i trend travel 2026.

6. Dating Travel

Tinder? Bumble? Hinge? No, nel 2026 il match si fa… all’aeroporto. No, sto scherzando (forse). I dati ci dicono che cresce il numero di persone che parte per incontrare qualcuno o capire se quel “qualcuno” può funzionare davvero. Il 57% dei viaggiatori italiani ha già preso un volo per conoscere nuove persone, fare amicizie o trovare un partner, e nella Gen Z questa percentuale arriva all’80%. Secondo WeRoad, 1 persona su 2 sceglie di viaggiare non solo per evadere, ma anche per stringere nuovi legami.

A livello globale, il 69% è disposto a partire con un potenziale partner, un collega o un nuovo amico per vedere “se scatta”. E così nasce il “turbulence test”: un weekend per capire se una relazione regge, si trasforma o si esaurisce. 

Ma c’è di più: i viaggi dell’amore non riguardano solo le coppie. Crescono anche gli spostamenti costruiti attorno alle passioni condivise come concerti, film, eventi sportivi, dove la meta è secondaria rispetto al senso di appartenenza.

Ibiza? Formentera? Gallipoli? No: per chi cerca un viaggio che parla di connessioni, chimica e notti che mettono alla prova qualsiasi relazione, la risposta è Belgrado. Club nascosti in vecchi magazzini, quartieri industriali trasformati in hub culturali, splavovi che galleggiano sul Danubio e non si spengono mai. Dai ritmi elettronici dei grandi hangar ai locali bohemien di Skadarlija, ogni notte è un percorso emotivo.

7. Story-driven Destination

Libri, serie, saghe, street art, playlist: nel 2026 si viaggia sempre più dentro una storia, non solo verso una meta. Le persone cercano mondi da abitare, atmosfere da ritrovare, luoghi in cui ciò che hanno letto o visto prende forma. È un fenomeno potente: aumentano del 70% le ricerche di hotel con biblioteca, crescono del 60% le conversazioni online sulle vacanze dedicate alla lettura e quasi 1 viaggiatore su 4 sceglie una destinazione ispirato da un libro, un film o una serie. E poi ci sono i retreat romantasy, i fandom tour, i viaggi che iniziano su TikTok e finiscono in un set reale.

La destinazione perfetta da cui prendere spunto? Bristol, in Inghilterra. Una città che vive di storie scritte sui muri: colori, messaggi politici, quartieri che cambiano pelle grazie all’arte urbana, fino all’inafferrabile Banksy che qui ha lasciato alcuni dei suoi lavori più iconici. Camminando tra Stokes Croft, Bedminster o Spike Island ci si muove dentro una narrazione collettiva che evolve ogni giorno.

8. New Roadtrip Culture

C’è un ritorno alla strada, ma non per nostalgia: è perché il viaggio oggi vuole respirare. Sempre più persone scelgono itinerari in auto proprio per questo: la possibilità di cambiare rotta, allungare una tappa, fermarsi quando un panorama lo chiede. Il roadtrip non è più un formato, è un atteggiamento.

Le ricerche lo mostrano con grande chiarezza: il 65% dei viaggiatori globali vuole viaggiare in modo più flessibile, scegliendo percorsi che permettano deviazioni spontanee e tappe personalizzate. Negli Stati Uniti, il “grande classico” ritorna in forze: cresce il numero di persone che progetta un viaggio on the road semplicemente per ritrovare il senso di libertà.

Preparate il van e mettetevi in viaggio. Verso dove? La British Columbia, in Canada, è un riferimento naturale: foreste muschiose, montagne frastagliate, fiumi impetuosi e una rete di parchi sconfinata che invita a vivere la strada come parte dell’avventura. Qui ogni deviazione apre un mondo, dalle comunità First Nations ai paesaggi primordiali dietro Vancouver, dove in poche ore si passa dalla città al backcountry.

Strada panoramica costiera al tramonto tra mare e montagne, simbolo del travel trend 2026 legato al road trip lento e al viaggio on the road.

9. AI-powered Holidays

Qualche tempo fa ci chiedevamo se l’AI potesse aiutarci a scegliere un hotel. Nel 2026 la domanda è un’altra: quanto può viaggiare al posto nostro? Il 54% dei viaggiatori si affida già all’intelligenza artificiale per pianificare e prenotare, in crescita rispetto al 47% dell’anno precedente. E la tendenza non rallenta: assistenti, chatbot avanzati, piattaforme come Mindtrip e nuovi agent dedicati stanno diventando la regola, non l’eccezione.

Se fino a poco tempo fa parlavamo di AI generativa, oggi ci stiamo muovendo verso qualcosa di più evoluto: un ecosistema di AI agent che prendono decisioni, coordinano servizi diversi e risolvono esigenze complesse senza che il viaggiatore debba pensarci.

Vuoi provare cosa significa affidare davvero l’ispirazione e la pianificazione a un AI travel planner? New Orleans è una delle destinazioni ad averlo fatto per davvero: sul portale turistico ufficiale la città integra un pianificatore basato su Mindtrip che crea itinerari, suggerisce esperienze, organizza giornate e risponde alle preferenze del viaggiatore in tempo reale.

10. Reinvented hospitality

E cosa cambia negli hotel? Gli alloggi diventano sempre più intelligenti: le Humanoid Homes imparano dalle abitudini degli ospiti, regolano luci e temperature, semplificano i passaggi noiosi. E gli spazi recuperati, le cosiddette Salvaged Stays nate da fabbriche, magazzini, luoghi industriali, rispondono al desiderio di autenticità senza rinunciare al comfort.

Accanto a queste novità si fa strada un’ospitalità più quieta. La Hushpitality riduce rumori e sovraccarichi sensoriali, porta materiali morbidi, luci basse, piccoli rituali per rallentare.

Un caso unico da provare? Il Kruger Shalati – The Train on the Bridge in Sudafrica è un vecchio treno sospeso su un ponte, trasformato in lodge di design con suite panoramiche affacciate sul Sabie River. Qui non sei tu a inseguire la natura: è la natura che scorre davanti a te.

Il Megatrend 2026: TRAVEL YOUR WAY 

Guardando questi dieci trend da lontano, si nota una cosa semplice: oltre a parlare di viaggi, parlano di persone. Delle loro relazioni, delle loro aspirazioni, dei modi diversi in cui cercano di sentirsi bene. È questo il vero megatrend del 2026: il Self-expression Travel.

Si viaggia per amore, per capire chi siamo, per celebrare piccoli e grandi traguardi personali, per ritrovare una routine che funziona o per romperla del tutto. 

E questo vale per chi parte da solo, per chi parte in coppia, per chi parte in tre generazioni. Vale per chi cerca silenzio e per chi cerca festival. Per chi vuole cambiare look e per chi vuole cambiare prospettiva. Per chi vuole andare lontano e per chi vuole solo respirare più forte.

E se c’è qualcosa che ci insegnano le destinazioni di Lonely Planet’s Best in Travel, è che non esiste un luogo “giusto” dove andare: esiste il luogo giusto per te, adesso. Può essere un cielo limpido in Nuova Zelanda, un vicolo di Bristol, una vasca termale nel bush australiano, una strada che attraversa la British Columbia, o un ponte sospeso sopra il Sabie River.

Il punto non è la distanza, ma la risonanza.

Per chi lavora nel turismo questa è una grande opportunità. Significa progettare offerte che non seguano la moda del momento, ma le persone. Significa costruire prodotti che permettano l’espressione personale, che diano spazio ai ritmi, ai gusti, ai bisogni individuali. Significa partire dal DNA del territorio e trovare il modo di farlo incontrare con il desiderio di chi viaggia oggi.

Il 2026 non ci chiede di inventare nuovi trend, ma di leggere meglio ciò che i viaggiatori stanno desiderando da tempo: esperienze che assomigliano a loro.

E forse anche la tua destinazione, senza saperlo, ha già tutto ciò che serve per offrirle.

🦩Disclaimer: Questo contenuto è ideato da Michele Santoro, Head of Project Manager di HappyMinds, e realizzato con il supporto dell’intelligenza artificiale.

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Michele, Project Manager, Copywriter & Strategist di Happy Minds, è specializzato nella gestione di progetti di marketing in particolare per il turismo e le destinazioni, e nello studio di verbal identity e strategie di content marketing.

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