
Accessibilità, inclusività e SEO: il trio che ridefinisce i portali turistici con l’EAA
Accessibilità, inclusività e SEO: il trio che ridefinisce i portali turistici con l’EAA
Tempo di lettura: 6 min
Hai presente quando una legge cambia le regole del gioco e, insieme, diventa un trampolino di lancio? È quello che è successo con l’European Accessibility Act (EAA).
L’entrata in vigore del European Accessibility Act (EAA), il 28 giugno 2025, ha segnato una svolta: i portali che raccontano le destinazioni turistiche non sono più solo strumenti di informazione, ma veri e propri incubatori di esperienza inclusiva.
L’EAA non è solo una questione tecnica, ma una questione “umana”, non parliamo solo di codici navigabili, testi alternativi, e strutture gerarchiche chiare, ma di portali che parlino a tuttə, nessuno escluso.
Ma, partiamo dall’inizio.
1. Cos’è l’EAA e a chi si applica
L’European Accessibility Act (EAA) è una direttiva europea pensata per garantire che prodotti e servizi digitali siano fruibili da tuttə, anche da persone con disabilità.
In parole semplici, significa che un sito web, un’app o una piattaforma online deve poter essere usata anche da chi ha difficoltà visive, uditive, motorie o cognitive.
Dal 28 giugno 2025, l’EAA è diventato obbligatorio per molte realtà che operano nel mercato europeo, tra cui anche i portali turistici pubblici e privati. Quindi, se promuovi una destinazione, ospiti contenuti editoriali o offri esperienze online legate al turismo, è il momento di verificare se il tuo sito è accessibile.
Andare oltre la norma significa scegliere consapevolmente inclusione, reputazione e visibilità.
2. L’EAA è un’opportunità di valore (e visibilità)
Oggi l’accessibilità non è più un tema a sé stante, separato dalla visibilità online. È un elemento strutturale del posizionamento organico. I contenuti accessibili, ben strutturati, descritti con cura e scritti in linguaggio semplice sono anche quelli che Google premia. Questo perché i criteri dell’accessibilità (come l’uso corretto di titoli, alternative testuali, architettura semantica) coincidono con le best practice SEO.
In altre parole, rendere un sito più accessibile significa renderlo più visibile, più usabile e più rilevante per chi lo cerca.
Un sito accessibile è un sito che comunica meglio anche agli algoritmi e per un portale turistico significa:
- descrivere un luogo in modo chiaro, utilizzando linguaggio inclusivo;
- garantire leggibilità, semplicità, chiarezza;
- costruire landing page che siano concrete e rilevanti per l’intento di ricerca reale di chi cerca una destinazione.
Quindi non si tratta solo di “mettere a norma” un sito ma di rendere accessibile l’esperienza di scoperta di un luogo, valorizzare la relazione tra contenuti e persone e disegnare percorsi digitali dove nessuno resta fuori.
3. Linguaggio inclusivo: accoglienza senza filtri
Immagina un “tour immersivo” che parla davvero a ognuno di noi: famiglie arcobaleno, persone anziane, viaggiatori e viaggiatrici con disabilità visive o cognitive, persone che hanno bisogno di informazioni semplici e rassicuranti.
È questo lo scenario a cui deve aspirare un portale turistico accessibile. Quando scriviamo dei contenuti spesso ci si affida a formule che contengono stereotipi che, pur senza volerlo, possono risultare escludenti.
Espressioni come “voi turisti” o “esperienze per viaggiatori coraggiosi” ad esempio danno per scontato un pubblico uniforme, spesso giovane, autonomo, fisicamente performante. Ma il mondo reale è molto più ricco e variegato.
Scrivere in modo inclusivo significa progettare i contenuti pensando a chi legge, a chi cerca, a chi esplora con occhi, ritmi e bisogni differenti.
Vuol dire usare parole accoglienti, significa parlare di “chi viaggia”, “chi accompagna”, “la persona ospite”, senza imporre etichette, ma lasciando spazio all’identificazione.
Un linguaggio inclusivo è un gesto di accoglienza che migliora sia l’esperienza umana e che quella SEO, perché le query reali — come “hotel per famiglie over‑60” o “percorsi accessibili in Umbria” — vengono ritrovate nei contenuti.
In questo senso, l’inclusività linguistica è progettazione consapevole: una scelta strategica, etica, narrativa. E in un portale turistico, è anche il primo passo per far sentire tuttə benvenutə, già a partire dalle parole.
4. SEO e l’accessibilità
Quando si parla di SEO nel turismo, spesso si pensa solo a keyword, metadati e ottimizzazione per i motori di ricerca. Ma l’accessibilità digitale, oggi, è uno degli ingredienti chiave della visibilità organica. E questo non solo perché lo richiede la legge, ma perché lo premia l’algoritmo.
I requisiti dell’EAA — come l’uso di alt text descrittivi per le immagini, una struttura semantica solida (con titoli H1, H2, URL leggibili e breadcrumb coerenti), e la scrittura di microcopy chiari e contestuali — coincidono con i criteri di qualità che Google utilizza per determinare il ranking.
La lingua semplice, le frasi brevi, l’organizzazione chiara del testo migliorano l’esperienza di lettura e con l’arrivo della Search Generative Experience, ogni contenuto accessibile ha ancora più valore. Infatti le domande frequenti ben scritte, le pagine inclusive e semanticamente ricche hanno maggiori possibilità di essere richiamate nelle risposte vocali, nei risultati conversazionali e nei nuovi formati di presentazione della SERP.
In sintesi, l’accessibilità migliora la SEO, e la SEO moltiplica la portata dell’accessibilità.
5. Casi studio: l’accessibilità come innovazione
Molte destinazioni europee stanno interpretando l’accessibilità non solo come obbligo, ma come opportunità di innovazione. Ad esempio, VisitFlanders ha scelto di dedicare un’intera sezione del suo portale alle esperienze accessibili, con una mappa interattiva che permette di filtrare itinerari, eventi e strutture in base al tipo di accessibilità (motoria, visiva, uditiva). Il linguaggio è semplice, le immagini sono accompagnate da descrizioni dettagliate, e l’interfaccia è ottimizzata per dispositivi mobili e tecnologie assistive. Il risultato è un portale che guida davvero le persone, non solo le informa.


6. L’accessibilità come strategia di posizionamento
Oggi un portale turistico è molto più di un semplice contenitore di informazioni, è touchpoint chiave nel funnel di ispirazione, conversione e fidelizzazione del turista.
L’accessibilità non è più solo una buona pratica: è un asset competitivo, un driver di performance e un segno distintivo di qualità e civiltà.
Un’esperienza digitale che mette al centro l’inclusione è anche più efficace nel generare fiducia, autorevolezza e reputazione. Chi comunica in modo accessibile e rispettoso, intercetta nuovi pubblici, migliora il posizionamento organico e costruisce un vantaggio concreto anche nelle metriche di business.
Infine, c’è un aspetto reputazionale cruciale: l’accessibilità digitale è oggi anche una dichiarazione di valori. Dimostra che una destinazione ha a cuore l’accoglienza in senso pieno: fisico, digitale e culturale. In un mercato dove l’identità e la fiducia contano quanto il contenuto, questo fa la differenza.
7. Uno sguardo al futuro: turismo sostenibile, accessibile e digitale
Il tema dell’accessibilità non si esaurisce con l’EAA. Dal 23 giugno 2025, la Commissione Europea ha lanciato una consultazione pubblica per costruire la futura Strategia UE per il turismo sostenibile 2026–2027.
L’iniziativa invita cittadini, operatori, enti locali e imprese a contribuire con idee e proposte concrete su:
- come affrontare il sovraffollamento turistico,
- come integrare meglio la digitalizzazione dei servizi turistici,
- come rendere le esperienze più inclusive e accessibili,
- come supportare la transizione ecologica del settore.
La nuova Strategia prosegue il percorso avviato con il Transition Pathway for Tourism, e punta a rafforzare l’inclusione e la digitalizzazione, rendendo anche l’accessibilità uno degli ambiti prioritari di intervento.
Questo è il momento ideale per agire: i portali che si adeguano oggi non solo rispettano la normativa, ma anticipano le traiettorie di sostenibilità, innovazione e reputazione che guideranno il turismo dei prossimi anni.
8. HappyMinds: progettiamo portali accessibili, inclusivi e performanti
Per noi di HappyMinds, l’accessibilità non è un dettaglio tecnico da spuntare, ma un principio guida. Ogni volta che costruiamo un portale turistico, ci poniamo una domanda fondamentale: stiamo creando un’esperienza che parli davvero a tutte le persone?
Con questo spirito abbiamo progettato ecosistemi digitali come Visit Pantelleria Island, Visit Rho, Visit Cesenatico, Cattolica Welcome, La Mia Liguria, I Percorsi del Savio, solo per citarne alcuni.


In ciascuno di questi progetti abbiamo integrato accessibilità, inclusione e SEO fin dalla fase strategica: interfacce accessibili, alt text descrittivi, architetture semantiche, contenuti ottimizzati per chi cerca e per chi legge con strumenti assistivi.
Non lo facciamo perché lo impone una direttiva, ma perché crediamo in una comunicazione turistica che accolga, rispetti, coinvolga.
Crediamo che i portali turistici siano il primo punto d’incontro tra un territorio e chi sogna di scoprirlo. E che questo incontro debba essere pensato per tuttə.
In sintesi?
L’EAA è più di una norma da rispettare: è un invito a riscrivere le regole della comunicazione turistica digitale, mettendo al centro le persone.
Accessibilità significa accoglienza a tutto tondo — per chi ha disabilità motorie, sensoriali o cognitive, ma anche per chi ha barriere linguistiche, culturali, temporali. È un modo per rendere il viaggio accessibile prima ancora che inizi, nel momento in cui l’utente cerca, esplora e sogna una destinazione.
In questo contesto, l’accessibilità diventa una leva potente anche sul piano strategico: migliora la visibilità SEO, rafforza la reputazione, amplifica l’audience e crea esperienze coerenti su tutti i touchpoint digitali.
Non è solo buona pratica o responsabilità etica. È visione.
Il turismo ha sempre avuto il potere di unire, di far sentire accolti, di valorizzare le differenze. I portali turistici possono e devono riflettere questa vocazione inclusiva, diventando spazi digitali dove ogni persona — indipendentemente dalle sue abilità o dal dispositivo che usa — possa sentirsi libera di scegliere, ispirarsi, pianificare, partire.
Vuoi costruire un portale che parli davvero a tuttɜ?
Parliamone insieme.
Progettiamo soluzioni digitali accessibili, inclusive e capaci di far brillare ogni destinazione.
Che tu voglia valorizzare un borgo, un territorio diffuso o una città internazionale, possiamo aiutarti a creare un’esperienza digitale che accoglie, ispira e connette.
🦩Disclaimer: Questo contenuto è ideato da Laura Spanu, Head of IT, Data & Research, e realizzato con il supporto dell’intelligenza artificiale.